Nicolas Cage: un cuore selvaggio che batte per il cinema

È stato ranger, criminale, vampiro stressato e superman mancato. Ora per Nicolas Cage, attore premio Oscar con oltre settanta film all’attivo, arriva un nuovo ruolo per arricchire la robusta carriera: interpreterà la bizzarra e complessa figura di Gary Faulkner. Sarà infatti il noto divo a vestire i panni dell’uomo che voleva stanare il capo di Al-Qaeda da solo.
Parliamo di Io, Dio e Bin Laden già al cinema.
Ma facciamo prima un passo indietro per un viaggio nella carriera di uno dei più famosi attori cinematografici.

Nicolas Kim Coppola, in arte Nicolas Cage, nasce sulla costa del Pacifico, a Long Beach in California, nel 1964. Come da indizio nel cognome, le sue origini sono italiane e decisamente imbevute di cinema. Figlio del professore August Coppola e della ballerina Joy Vogelsang, i suoi bisnonni paterni erano di Bernalda (Matera) e di Napoli. Bernalda è anche il luogo di origine di Francis Ford Coppola, difatti Cage è il nipote del maestro del cinema e dunque cugino di Sofia Coppola, Jason Schwartzman, Robert Carmine e Roman Coppola e nipote del compositore Carmine Coppola. Il rapporto con l’Italia non si ferma certo ai natali, Cage ha anche recitato in un film italiano: Tempo di Uccidere al fianco di Ricky Tognazzi. La regia è di uno specialista del film storico: Giuliano Montaldo. Sarà sempre un militare italiano invece ne Il mandolino del capitano Corelli, sulla tragedia di Cefalonia.

Essere nipote d’arte si rivelerà, come spesso in questi casi, croce e delizia. Quando Nicolas Cage capisce di voler fare cinema, a 15 anni, pare che la decisione di adottare un nome d’arte gli verrà proprio dal fatto di non voler creare associazioni con suo zio, ma di volersi creare un percorso proprio e indipendente, primi indizi di un personalità decisa. Il 1982 è l’anno del suo primo film, Fuori di testa, ma la prova importante è di un anno dopo, in Rusty il selvaggio, dramma in bianco e nero dove reciterà insieme a Diane Lane, Matt Dillon e Tom Waits, qui nel ruolo di un barista.

Passione, coraggio, varietà e Oscar

Da Rusty in poi Cage comincia una carriera che si rivelerà all’insegna della passione, del coraggio e della varietà di ruoli. È uno degli attori che ha interpretato ruoli e generi più disparati, e lavorato con numerosi maestri: lo hanno diretto Scorsese, Lynch, De Palma, Francis Ford Coppola, Figgis, Montaldo, Herzog, Stone, Ridley Scott, Schrader e tanti altri. I segni che lo hanno sempre contraddistinto sono il coraggio di tentare nuove strade, la passione, l’attaccamento al ruolo e talvolta un’identificazione col personaggio che andava oltre la finzione. Pare infatti che sia rotto due denti per Birdy e un braccio per In gara con la luna.

Gli anni Novanta sono un periodo decisivo: il ‘95 lo consacra al cinema con la grande prova in Via Da Las Vegas dove interpreta un uomo alcolizzato che si innamorerà di una prostituta tra le luci di Las Vegas. Una prova sofferta e sfumata che gli valse il premio Oscar per la miglior interpretazione. I semi del successo attoriale però erano già presenti anni prima: parliamo del ruolo romantico e tribolato nella fiaba metropolitana Stregata dalla Luna con Cher oppure della eccentrica prova in Cuore Selvaggio. In uno dei film più strani di un cineasta che dell’esser fuori degli schemi ne ha fatto una poetica, David Lynch, Cage è l’emblema di un tempo passato, gli anni ‘80, condensati nella giacca di pelle kitsch che indossa il suo personaggio: Sailor. Il film vinse la Palma d’Oro a Cannes ma la scelta di Bertolucci, all’epoca presidente di Giuria, fu tra le più contestate di sempre. Alle fine del decennio fondamentale per l’attore, Cage si sdoppia in Il ladro di orchidee. Al fianco di Meryl Streep, interpreta due ruoli contemporaneamente, nati dalla mente geniale di Charlie Kaufman che nel 2008 vincerà l’Oscar per la sceneggiatura di Se mi lasci ti cancello.

Il grande amore per i fumetti

Pure se oggi ha smesso di leggerli, come ha dichiarato di recente, i fumetti sono una grande passione per Nicolas Cage. Il suo nome d’arte deriva da Luke Cage, il supereroe dalla pelle indistruttibile parte dei defenders dell’universo Marvel. Ha chiamato uno dei suoi figli Kal-El e proprio a Superman, e a Cage, è legato uno dei più affascinanti progetti mai realizzati a Hollywood: Superman Lives. Cage doveva essere l’uomo d’acciaio diretto addirittura da Tim Burton che già aveva lavorato precedentemente a due Batman. Il film non è andato mai in porto, ma il progetto, pur se mai realizzato, è ancora vivo nella memoria dei fan. Sul caso, di recente, è stato girato un documentario dal titolo The Death of “Superman Lives”: What Happened? Regia di Jon Schnepp.

Il lavoro di trasformazione in Io, Dio e Bin Laden

Duro in Con Air, mascherato in Kick-ass, doppio in Il ladro di orchidee, businessman egoista in The Family man, nevrotico in Il genio della truffa, supercriminale in Face/Off ed esperto in armi biologiche in The Rock. Dal thriller in tutte le sue sfumature, al drammatico passando per la commedia, il viaggio nel Cinema di Cage lo consacra come un interprete originale, fuori dagli schemi. Con identità precisa e riconoscibile. Ha attraversato tutto lo spettro del cinema e nel futuro si vorrebbe dedicare di più alla regia. Finora ha diretto solo un film: Sonny nel 2002. Prima però c’è ancora l’interpretazione a farla da padrona nella sua vita professionale.
Per Io, Dio e Bin Laden suo nuovo film, il premio Oscar ha adoperato la sua solita passione, arrivando anche a mettere su peso per aderire meglio fisicamente a Faulkner.

Come racconta il produttore Patrick Newall: “Cage si è immerso totalmente in questo personaggio. Credo sia molto interessante osservarlo tra una ripresa e l’altra: ci si rende conto che è diventato Gary in tutto e per tutto. O meglio, è diventato la sua personale interpretazione di Gary. È davvero irriconoscibile. È diventato Gary Faulkner. Ha messo su un po’ di peso, si è fatto crescere i capelli, si è tinto la barba, porta gli occhiali, ha iniziato a parlare in modo diverso, ha una pronuncia differente e usa delle parole differenti. C’è una particolare energia in lui.”
La sua prova la potete già vedere al cinema in Io, Dio e Bin Laden.