Non C’è Campo: la paura di “non esserci” al tempo dei social

Dipendenza da social media e panico da assenza di connessione sono alcune delle tematiche affrontate in Non C’è Campo, la nuova commedia di Federico Moccia al cinema dal 1 novembre.

L’assenza di connessione condiziona le nostre emozioni

Quante volte ci è capitato di terminare i giga della nostra promozione o di ritrovarci in un luogo con assenza totale di segnale? Tantissime. Talmente tante che preferiremmo non ricordarle.

Momenti come questi corrispondono ad una delle più grandi paure che affliggono i giovani d’oggi (e non solo): non essere più online!

Se oggi preferiamo guardare le cose invece di farle, se preferiamo immortalare il momento piuttosto che viverlo appieno, non avere una connessione a Internet significa per molti vivere in un vero e proprio incubo.

Una sorta di “paranoia da non c’è campo” è capace di condizionare le nostre reazioni e di avere il sopravvento sulle nostre emozioni quando, per un motivo o per un altro, ci ritroviamo esclusi dal web.

Un po’ come accade ai protagonisti di Non C’è Campo, la nuova commedia di Federico Moccia in cui un gruppo di giovani studenti in gita scolastica a Scorrano, un paesino della Puglia, si ritrova costretto a trascorrere le giornate in assenza del suono delle notifiche.

Una situazione inimmaginabile per molti, pronta a scatenare le reazioni più disparate e le conseguenze più inaspettate. Esattamente come accadrebbe nella vita reale…

non c'è campo

Il fenomeno FOMO, ossia la paura di “non esserci”

Il panico che ci assale quando non possiamo più osservare il mondo attraverso uno schermo diventa improvvisamente una scomoda realtà con la quale dover fare i conti.

La paura di “non esserci” (quel fenomeno che gli inglesei definiscono “FoMo, Fear of Missing Out”) prende il sopravvento e si perde qualsiasi tipo di interesse nei confronti di ciò che ci circonda, incluse le relazioni umane.  Perché tutto è noia se non è collegato, anche indirettamente, ai social.

E se un giorno non potessimo condividere più quella determinata foto su Instagram, o non potessimo raccontare attraverso una storia quello che stiamo facendo? O ancora, non potessimo aggiornare il nostro stato di Facebook per far sapere agli altri dove ci troviamo?

Si darebbe vita ad a quello che Moccia definisce nel suo nuovo lavoro un “esperimento sociale”: nessun confronto attraverso lo schermo di uno smartphone o la tastiera di un pc, ma bensì un ritorno ad un modo di interagire autentico e reale.

Come reagiranno i protagonisti di Non C’è Campo nei confronti del black out telematico? C’è solo un modo per scoprirlo: andare al cinema dal 1 novembre.