Non C’è Campo: riscoprire i valori di un tempo in una società schiava del web
È davvero possibile riscoprire i valori di un tempo in una società come la nostra, schiava dell’analogico? Federico Moccia prova a dare una risposta in Non C’è Campo, la sua nuova commedia dedicata ai giovani e al rapporto con internet e i social, nelle sale dal 1 novembre.
La scomparsa di alcuni rituali di passaggio
I social hanno drasticamente cambiato il modo di comunicare dei giovanissimi.
Con l’avvento di Facebook, Whatsapp, Instagram e non solo, sembra che i tradizionali modi per comunicare con gli altri siamo definitivamente scomparsi, e con loro tantissimi comportamenti e abitudini che solo pochi anni fa erano considerati la normalità.
Dichiarare alla persona che ci piace quello che si prova per lei guardandola in faccia; confessare i propri segreti più intimi alle pagine di un diario; scambiarsi bigliettini mentre la prof. è intenta a spiegare la lezione…
Tutti rituali di passaggio che hanno segnato la vita e la memoria di un’intera generazione e che oggi, con la moderna tecnologia, appaiono agli occhi dei “figli del web” come qualcosa di neanche lontanamente possibile.
Rapporti che mancano dell’elemento reale
Perennemente incollati ai loro smartphone o alle tastiere dei loro pc, i rapporti tra i ragazzi di oggi mancano dell’elemento reale, di quel contatto con la realtà che un tempo rendeva qualsiasi tipo di comunicazione e di scambio con l’altro qualcosa di assolutamente autentico.
I modi in cui le parole e le emozioni dei giovani vengono filtrati oggi sono infiniti: che si tratti di uno stato su Facebook o di una nuova immagine postata su Instagram, tutte ciò che li circonda finisce col sembrare artefatto, con l’unico risultato che riuscire a distinguere la finzione dalla realtà è diventato impossibile.
Sul web non siamo mai noi stessi. Siamo semplicemente altri: persone che non hanno paura di nulla, subito pronte a giudicare; persone che spesso arrivano a falsare la realtà fino a crearsi una vera e propria esistenza parallela.
La tecnologia rende invulnerabili alle gioie della vita
La tecnologia sembra averci reso invulnerabili alle vere gioie della vita e a tutti quei momenti che, un giorno, rimpiangeremo di non aver vissuto veramente perché troppo impegnati a “documentarli” sui nostri profili.
Quello che Federico Moccia si chiede è se possibile riscoprire i valori di un tempo, se è possibile tornare a parlarsi faccia a faccia in una società assoggettata all’analogico.
In Non C’è Campo si cerca di riscoprire il senso profondo dei rapporti umani non filtrati dalla tecnologia attraverso una sorta di esperimento sociale: senza telefoni e senza internet, siamo ancora capaci di guardarci negli occhi e parlare, discutere, confessarci come si faceva ai vecchi tempi?
Una lezione importantissima
Una lezione importantissima sta per essere impartita ai giovani protagonisti di Non C’è Campo. E forse anche al pubblico. Venite al cinema a scoprire se siete uguali oppure diversi dai personaggi del nuovo film di Federico Moccia, a partire dal 1 novembre.