Da “Diaz” a “Sole Cuore Amore”, Daniele Vicari racconta lo smantellamento dei diritti
Daniele Vicari appartiene a quella ristretta cerchia di autori che intende il cinema come un affare sociale: con “Sole, cuore, amore”, dal 4 maggio nelle sale italiane, il regista reatino offre una nuova lettura artistica delle sfide esistenziali, delle paure insite nell’animo umano e dei tormenti individuali.
Un cinema intimo e universale
Il cinema di Vicari è intimo e condiviso al tempo stesso: l’intimità discende dagli elementi “familiari” che spesso sono l’ispirazione delle sue opere, la condivisione deriva dalla capacità del suo linguaggio cinematografico di rendere universale ogni microstoria.
La strada impegnata del documentario socio-politico segna l’esordio di Daniele Vicari dietro la macchina da presa: titoli come “Il nuovo”, “Mari del Sud”, “Partigiani”, “Comunisti”, “Uomini e lupi”, “Bajram e sesso” e il recentissimo “La nave dolce” raccontano di un’attenzione crescente per tematiche politiche, ambientali e sociali.
L’impegno sociale e politico
La sua sensibilità giungerà al culmine con le opere del presente “Diaz – Non pulite questo sangue” e “Sole, cuore, amore”. “Diaz” è il racconto crudo delle terribili giornate del G8 di Genova del 2001, cronaca delle devastazioni materiali, umane e morali scaturite dagli scontri di piazza fra forze dell’ordine e manifestanti.
La notte del 21 luglio i protagonisti del film e decine di altri pacifici manifestanti trovano ricovero all’interno della scuola Diaz dove la polizia, di lì a poco, scatenerà l’inferno. Degli oltre 300 poliziotti coinvolti nella mattanza della Diaz, solo 27 vengono condannati e per reati in gran parte prescritti. L’opera di Vicari fa luce su una delle pagine più oscure della storia democratica del nostro paese, raccontando la sospensione totale dei diritti civili.
Sole, cuore, amore – una nuova riflessione sui diritti civili
In “Sole, cuore, amore” la quotidianità si fa cinema e, dunque, arte. Lo sguardo sensibile di Daniele Vicari si posa sulle vite delle protagoniste del film, Eli e Vale, trasformandole in una storia universale: l’eterna rincorsa alla stabilità e alla dignità sociale defraudata da un lavoro sempre più precario che finisce col trasformarsi in precarietà esistenziale.
“Sole, cuore, amore” è un grido che denuncia il progressivo smantellamento dei diritti sociali, che t’aspetta al cinema dal 4 maggio.